Si comincia a stare benissimo a Roma, non fa caldo, non c’è più tanta folla, i bambini sono quasi scomparsi, i turisti non fanno troppo tardi la sera. Nel fine settimana sul Lungotevere c’è ancora il carosello di auto, ma se evitiamo venerdi e sabato è tutto molto tranquillo.
Sono stata in giro molto provando vari ristoranti, nuove aperture, vecchi, all’aperto, al chiuso….
Inizio dall’alto con Giuda Ballerino di Andrea Fusco; è il secondo anno che il bravo chef si trasferisce con tutto il suo staff sulle magnifiche sponde dell’Isola Tiberina. Divide il suo spazio in due, Bistrò e Gourmet. Visivamente cambia poco, sedie colorate invece che bianche ed erbetta per terra contro pavimento. Ho provato entrambi con gran piacere, il Bistrò ha una linea più “leggera” ed economica ma gustosissima, l’assaggio dei supplì è ottimo, i calamari fritti anche, i bucatini al ragù di tonno eccezionali (perchè Fusco la pasta la sa fare!), il Gourmet ha un menù raffinato di alto livello, capesante al caffè con acqua di rapa rossa, gamberi in pasta fillo con spuma di mortadella, triglia su senape e porro bruciato, spaghetti aglio e olio con gambero rosso e per finire, un piccolo babà con crema che i miei amici hanno trovato ottimo. La location è stupenda, il servizio buono, vini di qualità, costo Bistrò 35,00 euro costo Gourmet 45,00 euro.
Emma il nuovo tempio della pizza roana aperto pochi giorni orsono con la collaborazione di Roscioli. Locale in centro molto curato. il dehor è ancora un po’ triste forse perché ereditato dalle Maschere, ma l’interno col grande lucernario ed il bancone a vista è molto piacevole. Di giorno, con una bella giornata intravedi il cielo sopra di te e ti viene il buon umore. Il servizio è allegro, una ragazza spiritosa e parzialmente professionale ci ha servito sempre col sorriso sulle labbra! La pizza è quella bassa, romana, l’impasto è ottimo, la mozzarella ed il pomodoro usati per la Margherita hanno una qualità superiore; provato inoltre l’uovo Bio di San Bartolomeo in camicia con salsa parmigiano e asparagi e una vellutatina di ceci con carciofo croccante e bottarga. Entrambi i piatti eseguiti molto bene. Tiramisù interessante, detto da chi di dolci se ne intende parecchio. Buona carta dei vini. Costo 32,00 euro.
Bistrò 64 è un piccolo locale sorto sulle ceneri di Metodo Classico, in una zona non troppo fortunata per la ristorazione, una strada nascosta dietro piazza Mancini, ma, una volta trovata la strada, ne rimarrete molto soddisfatti. Kotaro Noda eccelso chef giapponese rimasto rinchiuso nelle cucine di un prestigioso albergo di Via Veneto, è finalmente uscito allo scoperto! Cucina per voi, viene alla vostra tavola e si stupisce se sapete cos’è il dashi! Ho provato la seppia affumicata con gelato di piselli all’acacia, un piatto che si chiama “sapore di mare… sapore di sale” sugarello con quinoa, salicornia e foglia di ostrica, un assaggio di baccalà in tempura e tutto era buonissimo, deludente la tartare di ricciola, buona carta dei vini, servizio molto cordiale, direi che nei volti dello staff si legge l’orgoglio di fare un ottimo lavoro. Costo 40,00 euro.
aRoma Osteria – Via Antonio Serra 15, Fleming. Una rivelazione soprattutto per me che sono un’amante del baccalà! Locale piccino, tutte vetrate sulla via, arredo semplice, colorato ma non troppo, bancone, vetrata satinata che separa la cucina in fermento. Servizio familiare, cortese, piatti molto raffinati e ricercati, costi accessibili. Non hanno neppure un sito ma una pagina Facebook dove postano solo le lavagne dei menu del giorno! Fantastici, il loro tempo lo spendono in cucina ed in sala e, per fortuna, non si sono affidati ai soliti comunicatori su piazza romana!
Torniamo al menù… panino con fegato d’oca e fico caramellato, polpo e patate presentato che sembra una crostatina, spaghetti con telline, gattò di patate con baccalà croccante, trancio di baccalà in bassa temperatura con salsa peperone accompagnato da due piccoli peperoni farciti, alla maniera basca, da baccalà mantecato. La carta del baccalà è intensa, potrei spendere una settimana prima di provare tutto. Non ho visto la carta dei vini ma, segno di grande civiltà, hanno le mezze bottiglie di vino. Sorbetti home made per finire. Costo 35,00/40,00 euro.
La locanda del poeta è a due passi da Piazzale Clodio, hanno rilevato Sale e Pepe, cambiato due stampe alle pareti, le sedie ed i tavoli e tutta la carta del menù. Sono arrivati dalla valle del Turano dove hanno un ristorante famoso con lo stesso nome e si sono buttati nella mischia romana. Filippo e i suoi due figli. Servizio accurato, gentile e accogliente. Locale semplice, leggero, chiaro. Menu interessante, da provare i prodotti che vengono scovati da Filippo stesso nel reatino, ricotte, caciottine, salumi… A tavola invece pollo fritto con crema di peperoni, crudo di seppie su crema di piselli, spaghettoni con ricciola e asparagi, tutto presentato bene e molto buono; deludenti le fettuccine con tartufo nero. Vini abruzzesi interessanti. Costo 25,00/35,00 euro.