Durata del viaggio dal 18 al 25 gennaio del 2019
Arriviamo a Tel Aviv e dopo aver noleggiato una macchina e partiamo per il deserto del Negev, ai confini con l’Egitto. Destinazione finale Ezuz.
Riusciamo fortunatamente a cenare nell’unico caffè locale – Caffè Ezuz http://cafe-ezuz.co.il/לקוחות/– dove proviamo lenticchie ed altri piatti rigorosamente vegani! Il tutto accompagnato da un ottimo Malbec locale della azienda vinicola Ramat Negev http://eng.rnwinery.co.il
Pernottiamo in un B&B senza breakfast… Chen Ezuz https://www.booking.com/hotel/il/chen-in-ezuz.it.html, molto pittoresco direi, fermo agli anni ’70 e senza ristorante come booking sosteneva!
Il giorno successivo a bordo della nostra macchinetta ci rechiamo nel deserto. Il panorama è stupefacente! Le strade sono magnifiche e prive di traffico, lungo il percorso ci sono distese di pannelli solari e serre, ma prima di arrivare alla nostra meta definitiva ci fermiamo ad Avdat, città nabatea sulla via dell’Incenso che collegava Petra a Gaza. I ruderi sono impressionanti e prima della nostra visita ci fermiamo a prendere un caffè da Aroma – famoso in tutto il paese – e un assaggio di borek al formaggio- cannelloni di pasta fillo ripieni di formaggio di capra – i migliori sono turchi.
Continuando per la strada arriviamo facilmente a Mitzpe Ramon dove ci appare l’immenso cratere argilloso Makhtesh Ramon che si è creato milioni di anni fa quando l’oceano si è ritirato verso nord. Misura 45 km per 8 e raggiunge i 500 metri di profondità! Si possono o vedere gli stambecchi della Nubia che saltellano di roccia in roccia. Spettacolare!
Per lunch time, considerando che essendo sabato, il loro Sabbath, ed è praticamente tutto chiuso, scegliamo l’unico bistro aperto InnSense http://www.innsense.co.il famoso per tisane e tè; ovviamente provo la Fattoush tipica insalata medio orientale con un misto di verdure fresche, dai ravanelli al cetriolo e formaggio feta con pita croccante.Dobbiamo qui precisare che le porzioni dei piatti in generale e per tutto il viaggio sono abbondantissime.
Torniamo attraversando altri paesaggi bellissimi, il cielo è terso, l’aria fresca, il sole caldo.
La sera però cala un certo freddo e ci accorgiamo presto di questo, dato che la nostra nuova destinazione è un lodge nel deserto.
Il luogo Khan Beerotayim https://www.beerotayim.co.il/it/ è molto famoso in tutto Israele, spartano ma pieno di fascino, il lodge è composto da una serie di piccole costruzioni dove l’unico arredo interno sono alcuni materassi poggiati l’uno sull’altro e una stufa a legna! La cena viene servita alle 19,00 ed è composta da una serie di verdurine, riso ed agnello stufato, buona ma spartana e si mangia su tavoli bassi; al centro della struttura arde un fuoco con teiere e caffettiere sempre piene da cui ti puoi servire liberamente.
La mattina successiva, dopo una buona colazione, partiamo alla volta di Masada, passando per il Mar Morto.
Scendiamo sotto il livello del mare di circa 400 metri e il panorama è surreale, nel mezzo del nulla sorge una famosa stazione turistica con albergoni e tristissimi centri commerciali, Ein Bokek. Le spiagge son tenute benissimo e l’acqua è turchese e salatissima, non abbiamo fatto il bagno ma abbiamo osservato gente che lo faceva e galleggiava leggendo il giornale accanto a piccole concrezioni saline. Chi non era immerso camminava sulla spiaggia coperto di fanghi!!!
Arriviamo a Masada, ultima roccaforte della resistenza ebrea ai romani che la conquistarono costruendo una rampa di terra di riporto, ancora oggi visibile, nel 74 d.C. I resti archeologici sono molto interessanti ma la vista che si ha da lassù – 450 metri sopra il livello del Mar Morto – è emozionante. Per arrivare in cima usualmente c’è un funivia che, sfortunatamente, era fuori uso e quindi armati di una volontà ferrea ci siamo inerpicati per il Sentiero del Serpente! Siamo arrivati on the top quasi in fin di vita!!
Proseguiamo verso Gerusalemme attraverso la Cisgiordania – West Bank – ed il nostro prestigioso navigatore, appena prima di entrare in città, ci fa deviare…
Entriamo dalla parte Est in un dedalo di stradine dove rimaniamo incastrati in un traffico caotico di betoniere, camion, taxi collettivi… Rimaniamo bloccati per 45 minuti e finalmente passando il check point con un controllo passaporti eseguito da una splendida ragazza fornita di mitra e occhioni blu, arriviamo al nostro Hotel. Stay Cooks http://www.staykook.com ottima location e camere perfette.
Gerusalemme di sera è molto più affascinante che di giorno e la nostra amica e guida Emanuela Panke, ci ha fatto scoprire angoli che la mattina seguente si sono rivelati molto meno suggestivi. Ceniamo da Eucalyptus http://www.the-eucalyptus.com del famoso chef Moshe Basson che serve una moderna rivisitazione dei piatti biblici aromatizzati con erbe coltivate da lui stesso. Location suggestiva in un antico edificio in pietra dove, in estate, si può cenare in terrazzo godendosi il tramonto. Tra i piatti provati, degni di nota, la Maklubah – pollo, riso e verdure – e il King Solomon cous cous con agnello brasato. Sconsiglio vivamente il menu degustazione, fatevi portare il menu e scegliete da lì, il vino di Montefiore https://www.montefiorewines.net/yemin-moshe-red/ è un perfetto pairing col cibo.
La mattina successiva abbiamo fatto una escursione per i must della città, Cittadella Vecchia pullulata di botteghe turistiche, Haram esh-Shafir ovvero il Monte del Tempio dove l’accesso alle moschee ed alla rinomata Cupola della Roccia è riservata soltanto ai musulmani ed infine lunch in un piccolissimo ristorante dentro il shuk, Abu Shukri noto per l’ Hummus.
La sera ci siamo inoltrati nei meandri del mercato Mahane Yehuda, fantastico! Adoro come sempre i mercati ma quelli medio orientali sono di gran lunga i migliori. In questo caso il mercato in questione è anche un punto di incontro serale per la gioventù della città. Ci sono piccoli bar e locali di street food dove viene servito ogni tipo di bevanda e cibo, dalla spremuta di melograno alla birra, dai felafel agli hamburger, tutto condito da una festosa atmosfera.
Se ti inoltri nelle strade adiacenti scopri famosi ristortanti sempre pieni come Machneyuda dove è difficile prenotare e di fronte, Yudale https://www.timeout.com/israel/restaurants/yudale-barche, incredibile ma vero, aveva un posto per noi… dobbiamo anche dire che erano appena le 19,30 ed era lunedì. Il concept è quello di cucina a vista, bancone intorno, food and drink. Tutto superlativo con ambiente accogliente e festoso. Siamo anche, dopo spiegazioni dettagliate, ad ottenere un Martini cocktail passabile come supporto ad alcune meravigliose costolette di agnello!
Io personalmente sono tornata in hotel particolarmente ubriaca… deve essere stato anche l’assaggio di Arak, il tipico liquore all’anice del luogo – vedi Ouzo in Grecia o Raki in Turchia – succo d’uva e anice dall’alta gradazione alcolica.
Prossima tappa Tel Aviv ma prima di giungere nella frizzante capitale abbiamo dirottato per la Galilea ed esattamente in una parco archeologico chiamato Bet Guvrin https://www.parks.org.il/en/reserve-park/bet-guvrin-national-park/.
Peccato che la nostra visita è stata molto disturbata da un migliaio di fanciulle starnazzanti in gita scolastica! Comunque il giro delle cave è valso la pena e poi abbiamo trovato un ristoro in zona che ci ha rallegrato il lunch time! Ho provato la mia prima Shakshouka, un intingolo di peperoni, cipolle e pomodoro nel quale vengono cotte le uova! Fantastico, il tutto correlato di hummus e labaneh – tipico formaggio cremoso acidulo condito con olio e zaatar – https://www.facebook.com/HumusDuee/
Lasciamo l’auto a Tel Aviv e la nostra prestigiosa amica ci raccoglie e ci deposita al nostro hotel, il Florentine House https://florentinhouse.comsituato nella zona della street art della capitale.
Lunga passeggiata per carpire la città di sera, aperitivo a Jaffa da Puaa https://misadot.rol.co.il/sites/eng/puaae cena da Romano http://telavivian.com/city-guide/romano/uno dei ristoranti gestiti dal famoso e molto televisivo chef Eyal Shani. Il locale è nascosto dentro un cortile affollatissimo di giovani – la città ne è popolata – situato al primo piamo. Si mangia sulle balconate che si affacciano ma c’è anche un interno. Il servizio è molto approssimativo ma pare che questo sia tipico dei ristoranti di qui. Camerieri che inciampano con la tua focaccia e che a mala pena sanno quello che ti stanno portando a tavola. Non usano piatti ma spessi cartoni dorati sui quali poggiano il tuo ordine che consiste prettamente in panini aperti ripieni di stufati di manzo e verdure o aringhe ed insalate, il tutto è molto buono ma caotico.
Tel Aviv è una città dai molti volti, situata sul mare con le sue spiagge piene di gente anche a Gennaio. L’atmosfera è vivace ed il contrasto tra i moderni grattacieli, gli edifici Bauhaus – non tutti perfetti -, gli scalcinati atelier di Florentin e la parte antica di Jaffa, colpiscono in modo decisivo. La quantità di chioschi, bar e ristoranti è impressionante, frequentatissimi durante il giovedì sera ed il venerdì per il brunch. Non è una grande città e quindi a piedi si può girare bene, l’alternativa sono le bici o il monopattino elettrico, mezzi di uso comune qui, esistono sharing vari… il monopattino mi affascina, ho visto ragazzi con la muta da surf e piedi nudi recarsi in spiaggia a bordo delle due ruotine con il surf ancorato alle spalle! Sono molto sportivi e ben tenuti fisicamente i giovani di qui!!!
Ci sono due importanti mercati in città, uno Carmel, vero e proprio mercato con chioschi e bancarelle di verdura, frutta, spezie, dolciumi e pani; l’altro Levinsky fatto di negozietti più raffinati dove gli chef locali vanno a far acquisti. Gli ortaggi sono freschi, profumati con un sapore deciso e non hanno un prezzo alto, le carni sono di manzo, molto frollate e costose, i pesci non li ho molto presi in considerazione dato che loro prediligono il salmone…Nei pressi di Carmel Market ci siamo fermati a bere una birretta da Beer Bazar https://beerbazaar.co.il/#home-enguna Dodash per essere esatti, e poi lunch da Habasta, ottima tartare su crostoni, melanzana fritta su lebaneh e insalatona con blue cheese e nocciole.
Dopo un pomeriggio passato nelle vie adiacenti a Rothschild Boulevard ammirando alcuni palazzi Bauhaus e un giretto nella zona di Neve Tzedek, siamo andati a cena da Florentin House https://www.florentinhouserest.com, il ristorante vietnamita sotto il nostro albergo. La varietà di Dumpling è molto gustosa sia ripieni di gamberi che unicamente veggie così come i Banh – piccoli panini bianchi e morbidi tipici del Vietnam – sia di porco che di granchio tutto accompagnato da Martini cocktail che sono stati insegnati a dovere da Stefano.
Sveglia, colazione e giro a Jaffa, l’unica parte vecchia della città. C’è un mercato affollato di negozietti interessanti ed in particolare ci fermiamo ad acquistare profumi da Zielinsky and Rozen dove fare il sapone è un arte. Il porto di Jaffa è pieno di ristorantini e pescherecci quindi il regno del fish and chips. Consiglio The Container http://www.container.org.iltavolini all’esterno e fantastici fritti di calamari e alici accompagnati dalla Gold Star beer. Il clima è perfetto per passeggiare nei vicoli della old Jaffa ammirando le gallerie di arte.
Per la nostra ultima sera a Tel Aviv ho riservato una cena da “colleghe” israeliane, Habanot https://www.eatwith.com/users/420093le più rinomate hosts di Eatwith della città. Eatwith è un portale attraverso il quale tu puoi accedere a cene, food tour e cooking class in oltre 200 città del mondo prenotando facilmente online ed avere delle vere esperienze culinarie con la gente del posto, io ne faccio parte da 5 anni! https://www.eatwith.com/users/376634
Torniamo a noi, eravamo 4 italiani e 24 israeliani, il menu è stato molto variegato ed abbondante, il cibo era innaffiato da vodka e vino rosso. Il tavolo era sempre stracolmo di piattini di ogni genere, hummus, melanzane, una cremina di mandorle e aglio, challah il tipico pane ebraico a forma di treccia; e a seguire carpacci di carne, rape rosse e caprini, pesci marinati con arance pompelmi rosa. Le portate principali consistevano in calamari cotti alla perfezione con lenticchie ed una tagliata di manzo con midollo osseo – bone marrow – presentato intero tagliato a metà.
I dolci sono stati presentati porzionati su piccoli cucchiai colmi di crema di cioccolato e nocciole. Una esperienza da ripetere e che consiglio a tutti.
La mattina seguente è venerdì, praticamente il nostro sabato e tutti in spiaggia a surfare o a giocare a racchettoni! La giornata è magnifica, calda e soleggiata. Impossibile trovare un posto per il brunch se non lo prenoti prima ed anche il parcheggio non è facile senza garage. Facciamo un salto al Sarona Market, collocato in un edificio moderno con all’interno diversi punti ristoro di varie etnie. Moderno ma meno interessante del vero e proprio mercato all’aperto di Carmel. È bello vedere una città come questa espandersi verso l’alto, i grattacieli sono impressionanti e costruiti velocemente a volte a scapito della riuscita tecnica… Ma nel complesso un lungo weekend passato qui ti fa scoprire una parte di Israele che non avresti mai immaginato.
La prossima volta voglio spingermi a Nord nel Golan per un giro di cantine e boschi.
A presto!